Il Parco di Beverly Pepper
6 Viale della Vittoria Todi
“Questo non è il parco di Beverly Pepper ma il parco dei tuderti, con la speranza che la comunità tuderte sia sempre più aperta a guardare oltre quello che si vede. Spero che abbia sempre più immaginazione e creatività, che non resti ancorata alla storia ma la sposi creando pagine nuove di bellezza. Auspico sempre più coraggio”.
Questa è la dedica dell’artista statunitense alla sua città di adozione, Todi, e ai suoi abitanti.
Il primo parco monotematico di scultura contemporanea in Umbria è il Parco di Beverly Pepper, il primo dell’artista nel mondo: le sue sculture monumentali sono immerse in un percorso naturalistico-urbano che si snoda tra le mura medioevali della città, che collega il Tempio di Santa Maria della Consolazione al centro storico.
Il lungo e fortunato rapporto di Beverly Pepper con l’Umbria ebbe inizio nel 1962, quando fu invitata ad esporre a Spoleto per la mostra curata da Giovanni Carandente “Sculture nella città”. Pepper, unica donna, si unì a far parte del gruppo di scultori come Alexander Calder, David Smith, Arnaldo Pomodoro e Pietro Consagra. Sulla scia di quell'esperienza la scultrice realizzò l’opera Embrace (1963), considerata l’icona del periodo iniziale e oggi conservata insieme alle altre nel parco a Todi.
Le 16 opere, donate dall'artista direttamente dalla sua collezione privata, sono esposte in modo permanente nel parco inaugurato nel settembre 2019 e ripercorrono, in gran parte, i capitoli di cui è costituita la carriera artistica di Pepper, dal 1963 fino ai suoi ultimi anni.
La panoramica di un intero sviluppo stilistico di un artista è difficile da trovare raccolta in un solo giardino, questa tradizione si può in qualche modo ricollegare ai luoghi d’incontro all'aperto inglesi come quelli dedicati ad Henry Moore e Barbara Hepworth o americani come quello dedicato a Isamu Noguchi. Questi parchi consentono di riflettere in maniera profonda sugli scultori che lavorano negli spazi pubblici.
Nel parco di Beverly Pepper la posizione di ogni scultura è stata scelta con precisione dall'artista per sposare il suo concetto di rapporto con il luogo, sia esso naturalistico o urbano, e di integrazione/interazione tra opera/contesto/paesaggio.
Anche per questo motivo il percorso può essere affrontato nei due sensi, senza che ne siano alterati gli aspetti artistici e scientifici. I monumenti cittadini, protagonisti del percorso insieme alle sculture, sono la scalinata di San Fortunato, le mura medioevali, il Mastio della Rocca e il Tempio della Consolazione.
Oltre alle opere, Beverly Pepper, ha pensato anche alle sedute: delle panchine-scultura dette “lunette”, realizzate in pietra serena, una pietra locale proveniente dalle cave del lago Trasimeno e largamente usata nella storia della scultura e architettura italiana ad esempio da Brunelleschi, Michelangelo e Donatello. Le panchine sono state concepite come punti panoramici dai quali poter ammirare le opere o punti meditativi nei quali poter sostare per ascoltare la natura e ammirare il paesaggio.
Le sculture presenti nel parco raccontano da un lato la carriera artistica di Beverly Pepper, dall’altro mostrano la sua creatività in continua evoluzione, mossa tra diverse correnti come espressionismo, minimalismo, astrattismo e land art, ma utilizzando quasi sempre i materiali di provenienza industriale come l’acciaio e spesso prediligendo la monumentalità nei suoi pezzi.
Le opere più rappresentative di questo percorso oltre a Embrace, sono Camposet (1970), Trinità (1971) e Exodus (1972), tra le più profonde e legate fortemente al paesaggio, e Omega (1974), che chiude idealmente gli anni Settanta.
I San Martino Altars (1994) composti da una coppia di sculture, Solemn Celebrant e Eternal Celebrant, richiamano l’unione tra antico e contemporaneo. Furono opera centrale alla mostra Forte Belvedere di Firenze che segnò la consacrazione dell’artista statunitense.
Tuttavia, l’opera più rappresentativa dell’amore di Beverly Pepper per Todi, è The Todi Columns, concepite originariamente nel 1979 per Piazza del Popolo, e riproposte in città nel 2019. I quattro totem oltre ad aver modificato fisicamente la piazza principale della città, secondo molti critici, hanno segnato la storia dell’arte contemporanea.
Il parco, nella sua interezza, è stato disegnato e progettato direttamente da Beverly Pepper, i lavori per la sua realizzazione sono stati diretti dall'architetto Paolo Luccioni. Gli interventi hanno riguardato anche la bonifica di tutta la zona e il restauro delle sculture donate alla comunità.