Santuario dell'Amore Misericordioso

Località Collevalenza Collevalenza Todi

Ottieni indicazioni

Il 18 agosto 1951, Madre Speranza, fondatrice delle Ancelle dell'Amore misericordioso o anche nota come Speranza di Gesù Alhama Valera, si stabilì nel piccolo paese di Collevalenza, a sud-est di Todi. A Roma, solo tre giorni prima, aveva fondato i Figli dell'Amore Misericordioso, ramo maschile della sua Famiglia religiosa. Qui comprese di dover costruire nei pressi dell'abitato un santuario dedicato all'Amore misericordioso di Dio.

Il progetto del santuario venne affidato all'architetto spagnolo Julio Lafuente e la costruzione del complesso venne avviata nell'anno 1953. Nel 1965, terminata la chiesa superiore, essa venne solennemente consacrata dal cardinale Alfredo Ottaviani, mentre il resto del complesso fu concluso nel 1974[1].

Il 22 novembre 1981, papa Giovanni Paolo II ha visitato il santuario celebrando una Messa ed elevandolo alla dignità di basilica minore.[2] Alla morte di Speranza di Gesù Alhama Valera (8 febbraio 1983), il suo corpo è stato tumulato nella cripta della chiesa.

Dal 6 aprile 2013, vigilia della Domenica in albis, festa della Divina Misericordia, nel santuario si trova stabilmente una reliquia di Giovanni Paolo II, costituita da un frammento di tela bagnato del sangue del santo[3]


Arte e architettura


Il santuario sorge a nord-ovest del centro storico di Collevalenza, poco fuori da quest'ultimo. La basilica è preceduta da una lunga scalinata e presenta una facciata piana con la parte inferiore caratterizzata da un portico costituito da una pensilina alquanto sporgente e la parte superiore da un'ampia vetrata. Alla destra della basilica sorge l'alta torre campanaria con la parte terminale cruciforme.

L'interno della chiesa è a navata unica con sei cappelle per lato; queste ultime sono costituite da cilindri per metà inseriti all'interno della navata stessa; il paramento murario è con mattoncini a vista. La navata presenta una copertura con soffitto piano in cemento con un tiburio conico in corrispondenza del presbiterio. L'area presbiterale, rialzata di alcuni gradini rispetto al resto della chiesa, è interamente in marmo bianco ed ospita al centro l'altare maggiore con dietro la sede, a sinistra l'ambone e a destra, su una colonnina, il tabernacolo.
La tomba di Madre Speranza, situata nella cripta.

La cripta della basilica ricalca la struttura della chiesa superiore. Dedicata a Maria Mediatrice, ospita alle spalle dell'altare, il quale è sovrastato da una bassa cupola musiva, la tomba di Madre Speranza.

Fa parte del santuario anche la chiesa del Crocifisso, con pianta a croce latina, caratterizzata dal soffitto in legno di larix sibirica e dal pregevole Crocifisso collocato sopra l'altare, scultura del 1930, nel quale Madre Speranza di Gesù volle sottolineare l'Amore di Gesù nei confronti degli uomini.
Organo a canne

A ridosso della parete fondale della basilica, sulla destra, si trova l'organo a canne Tamburini opus 531, costruito nel 1966. Lo strumento è a trasmissione elettrica ed è disposto su due cantorie sovrapposte, senza mostra ad eccezione della cassa espressiva, ove è costituita da canne di principale. La consolle, mobile indipendente, è situata a pavimento, alle spalle del presbiterio, ed ha tre tastiere di 61 note ciascuna e pedaliera concavo-radiale di 32 note. L'organo è stato restaurato fra l'estate del 2012 e l'inverno del 2013 dalla ditta "Alessandro Giacobazzi" di Modena con la consulenza tecnica di Luca Di Donato (organista dell'organo della Basilica di San Domenico in Rieti); è stato inaugurato e presentato al pubblico sabato 9 febbraio 2013 in un concerto tenuto dallo stesso Luca Di Donato, dal M° Stefano Pellini e dal tenore frate Alessandro Brustenghi O.F.M.